La confusione regna sovrana e la sciatteria dilaga. Nessuno sa più cosa è giusto e cosa è sbagliato, comportarci bene o male? Mangiare solo vegetariano, carne o pesce? E la carne, pollo o maiale? E se pesce, di allevamento o pescato? I social a quanti anni per i nostri figli? È meglio continuare a studiare o giocare a calcio? O fare la velina? E se studiare, cosa e dove studiare?
Ci hanno parlato di Villaggio Globale, ci hanno fatto innamorare dell’idea ed appena ce ne siamo innamorati l’hanno trasformata in globalizzazione sempre più selvaggia e sempre meno regolamentata. Ci hanno parlato di Total Quality come principio liberale di ricerca della bellezza e poi l’hanno fatta confondere con la Certificazione di Qualità con la quale nulla aveva a che fare.
Ci hanno convinto che tutti possono permettersi tutto a prescindere dalle proprie capacità o dall’impegno ed invece sono cresciute a dismisura soltanto il numero delle mamme che vanno a prendere i figli a scuola con macchine sempre più grandi e vistose.
Ci hanno parlato di Europa Unita e non è mai esistita una Europa più disunita.
Siamo ritornati ad essere analfabeti. Sappiamo leggere e scrivere tutti ma non sappiamo più cosa farcene perché non comprendiamo più il significato delle cose.
Non sappiamo più dove stiamo andando ed abbiamo perso per strada ed il significato di progresso o addirittura se tutto ciò si può chiamare progresso.
Non possiamo credere più a nessuno, ci hanno delusi tutti, tutto il sistema cerca di confonderci e noi ci chiudiamo sempre di più senza poterci più fidare di nessuno inevitabilmente incanalati verso una direzione che nessuno conosce ma che con alte probabilità assomiglierà molto all’ “abisso orrido, immenso ov’ei precipitando il tutto oblia”.
Eccezione e unica luce in questa situazione desolante viene, a mio avviso, da questo giovane filosofo che porta il nome di Diego Fusaro che si è dato l’obiettivo di fare qualcosa di concreto partendo da ciò che dovrebbe essere una nostra prima priorità.
Secondo me tutti dovremo cercare di dargli una mano, io lo farò. È per questi motivi che ho accettato con piacere di contribuire alla nascita e formazione di questo progetto che cominci a diffondere un nuovo e più costruttivo modo di pensare rivolto verso il senso del costruire e non del distruggere, seguendo la via del bene e non del male, partendo da qualcosa che sia prioritario e da cui ne possa nascere anche il titolo: l’Interesse Nazionale.
Bene, dopo tutte queste belle notizie e questa iniezione di entusiasmo, che facciamo? Perché qualcosa dobbiamo fare!
Intanto comincio a dire che io non ho affatto intenzione di arrendermi e quandanche tutti voi vogliate farlo, combatterò da solo fino al mio ultimo respiro!
Sono un imprenditore Brianzolo di importazione, anche se legato molto al territorio. Nasco in Calabria, mi laureo al politecnico di Milano in ingegneria Meccanica e fondo la mia società nel 1998. Sono assolutamente convinto che la strada del bene porti più risultati sempre e comunque, non solo in termini etici ma anche economici e di benessere per noi e per la nostra comunità.
È seguendo questi principi che sono diventato imprenditore ed ho gestito la mia azienda riuscendo a resistere e superare gli ostacoli, soffrendo, incassando l’incredulità di tutti ma raggiungendo tutti gli obiettivi che mi ero prefissato.
La strada del male non è l’unica possibile come tutti credono o vogliono farci credere. Non è pignorando le case a chi non può permettersi una vita dignitosa che si progredisce, non è telefonando a casa di tutti gli italiani cercando di vendere con l’inganno contratti più costosi e che nessuno vuole, che si vivrà più felici.
La strada del male genera solo più confusione che diventerà disordine, che diventerà inefficienza, che diventerà meno conveniente per tutti. Abbiamo bisogno di ritrovarci, di ritrovare noi stessi, di ricominciare a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato per costruire un nuovo progetto ed un nuovo futuro per noi e per i nostri figli.
Dobbiamo ricominciare, disegnando un nuovo mondo, leggendo la realtà nelle esigenze quotidiane e concrete e cercare di rendere applicabili i principi prima conquistati dalla speculazione filosofica e dalla ricerca della migliore verità.
In questo obiettivo senza divisioni, senza partiti, senza ideologie e senza contrapposizioni, uniti in un fine comune che continui sempre poi in un regime di confronto, di libertà e di democrazia. Sono convinto che la bellezza salverà il mondo, la bellezza delle cose e delle azioni e dei buoni comportamenti.
Chi meglio di noi Italiani conosce la bellezza e l’ha meglio espressa fino ad ora nella storia del mondo.
Allora forse abbiamo un compito, il Padre eterno ci ha dato un talento non a caso, non possiamo sprecarlo, non possiamo non utilizzarlo, ma dobbiamo obbligatoriamente farne uso, oggi di più e meglio di sempre.
Partiamo da qui, forse la filosofia ci sta indicando la strada.
Orgogliosamente Italiani.
Partecipa alla discussione